Necropoli di Norchia
Necropoli di Norchia
VI-V sec. a. C. – IV-II sec. a.C.
Il nome di Norchia ci perviene da fonti medievali; probabilmente il nome di questo insediamento etrusco era Orcle. La Necropoli di Norchia si trova nella zona compresa tra Vetralla e Viterbo, sul tracciato dell’antica Via Clodia, un territorio abitato già in epoca preistorica e posto alla confluenza dei Torrenti Pile e Acqualta con il Torrente Biedano. Le prime scoperte di sepolcri a Norchia risalgono al 1808, ad opera di Francesco Orioli e padre Pio Semeria. Dopo aver raggiunto Località Cinelli, seguendo le indicazioni si arriva ad un parcheggio dove lasciare l’auto. Si prosegue a piedi, percorrendo una stradina sterrata che corre in mezzo a campi coltivati. Si giunge sul ciglio della parete scoscesa di una forra. Da qui si scende in fondo alla valle formata dal fosso Acqualta. Ci si rende subito conto della vastità della Necropoli e si viene accolti da un paesaggio impressionante: le tombe rupestri sono incastonate in pareti di tufo dove sono ben visibili le cornici e le fasce modellate delle costruzioni a semidado. La caratteristica principale è che le Tombe sono costruite seguendo la struttura del territorio, affastellate l’una sull’altra, scolpite, scavate, integrate nelle pareti di pietra che rendono questo luogo veramente unico. Le Tombe sono distribuite su cinque rupi formate dai fiumi Biedano, Pile e Acqualta. La Necropoli è attraversata dalla Via Cava Buia che conduce ad un pianoro sovrastante dove si trovano le rovine del Castello di Vico, la Chiesa di San Pietro e una Tomba a Colombario. Lo studioso George Dennis visitò l’Etruria dal 1842 al 1847. Di Norchia ci dice:
I luoghi di Norchia sono tanto pittoreschi quanto desolati. Per miglia e miglia non esiste una casa, né un segno di vita. I campi sono incolti e abbandonati, solo qualche raro pastore, mentre pasce il suo gregge, vi guarda attonito, timoroso di manifestare la sua meraviglia per la pazza idea che ha avuto una persona civile di venire in questi luoghi selvaggi. Le forre profonde e orride sembrano difendere con violenza Norchia e la sua Necropoli da ogni contatto e da ogni profanazione umana. La impenetrabilità delle sue macchie sembra proteggerla nel suo isolamento sublime e nel suo silenzio immenso, rotto solo dal grido acuto del falco che lentamente ruota alto nel cielo azzurro, e dal mormorio eterno del ruscello in fondo alla valle. Solennità e mistero, più che in qualsiasi altro luogo etrusco, sono qui presenti.

Necropoli di Norchia – Ricostruzione
Vogliamo segnalare non tanto i percorsi per raggiungere le Tombe più spettacolari, quanto l’incuria e l’abbandono in cui versa questo sito dove i cartelli che segnalano i luoghi dove si trovano le Tombe principali sono spesso divelti, dove la vegetazione cresce incontrollata, dove è facile l’accesso con mezzi non idonei. I visitatori sono OBBLIGATI a rispettare il luogo e tutto ciò che in esso si trova, mentre l’Amministrazione o l’Ente sotto le cui giurisdizioni ricade la zona, sono OBBLIGATI a vigilare, controllare e non permettere che questo Luogo Sacro venga deturpato più di quanto non faccia già lo scorrere del tempo. Ricordiamo che le prime Tombe della Necropoli di Norchia risalgono al VI sec. a.C., ovvero a circa 2615 anni fa.