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Etruschi Ospiti di Expo 2015

 
Etruscan Corner Expo 2015 Etruschi Ospiti d'Onore
 

2015 Anno degli Etruschi Ospiti d’onore di Expo a Milano

Tra i padiglioni dell’Expo 2015 ci sarà uno spazio dedicato agli Etruschi e all’Etruria.
Tutte le città dell’Etruria si stanno preparando a questo evento mondiale, un’occasione unica per far conoscere un territorio e una cultura unici al mondo ai milioni di visitatori che da maggio a ottobre arriveranno in Italia.
L’Italia è conosciuta e soprattutto visitata dai turisti per le sue città d’Arte, mentre ci sono territori come l’Etruria ricchi di tesori artistici, archeologici e naturalistici tutti da scoprire.
Già nell’Ottocento, lo studioso inglese George Dennis visitò l’Etruria rimanendo affascinato e stregato da questi luoghi stupendi. Ne nacque un meraviglioso libro The Cities and Cemeteries of Etruria-1883, dove descrive tutte le città etrusche, le loro Necropoli, i loro monumenti. Un’opera di oltre mille pagine, considerata ancor oggi la Bibbia dell’Etruscologia, che fece conoscere gli Etruschi agli inglesi. Un’opera che non è stata superata per la ricchezza e accuratezza dei particolari. E’ la prima esplorazione moderna dell’antica Etruria.
Nell’estate del 1842, accompagnato dall’amico pittore Samuel Ainsley, arrivò in Italia. Visitò la zona di Tarquinia e poi Vulci, Tuscania, Bolsena, Montefiascone, Orvieto e Bomarzo.
Nell’autunno del 1842 visitò Isola Farnese, Veio, Sutri, Ronciglione, Castel d’Asso, Norchia e Blera.
Nella primavera del 1843 visitò Cerveteri, Bracciano, Nepi, Falerii, Civita Castellana, Todi, Perugia, Volterra, Populonia, Sovana, Chiusi, Cortona, Firenze, Arezzo e Fiesole.
Dennis si trovò in Etruria proprio nell’epoca in cui avvennero alcune delle scoperte più entusiasmanti nei territori di Perugia e della Tuscia.
Dennis prendeva appunti mentre il suo amico pittore disegnava con maestria. Ne risulta una testimonianza unica, fatta di informazioni preziosissime (alcune delle cose che ha descritto sono scomparse), accompagnata da un velo di romantica commozione.
Dennis si trova a Canino proprio quando il Principe Luciano Bonaparte diede inizio agli scavi di alcune tombe scoperte nei suoi terreni e ce li descrive quasi con rabbia, con il rammarico di non poter fermare lo scempio che si attua sotto i suoi occhi:

Alla bocca del pozzo in cui gli operai lavoravano, stava il “capo”, o guardiano – il fucile al fianco stava ad indicare agli uomini di fare attenzione a non rompere e a non rubare gli oggetti. Li trovammo che stavano aprendo una tomba. Il tetto, come di frequente di tufo leggero e friabile, era caduto, e la tomba era già piena di terra, e gli oggetti che conteneva dovevano essere estratti fuori con fatica, uno alla volta. Questo è generalmente un procedimento che richiede grande cura e attenzione e di queste lì se ne usavano poche, quando, dai primi oggetti portati alla luce si vedeva che non c’era da aspettarsi nulla di grande valore … Rozzo vasellame di terraglia senza figure, anche non verniciata, e una varietà di piccoli oggetti di argilla nera erano il solo risultato; ma il nostro stupore fu quando vedemmo gli operai fracassarli sotto i piedi come cose di nessunissimo valore. Invano scongiurai di salvarne qualcuno dalla distruzione … ma il capo era inesorabile; i suoi ordini erano di distruggere immediatamente ciò che non aveva valore pecuniario… E’ deplorevole che gli scavi debbano essere condotti con tale disposizione d’animo; con il solo scopo del guadagno, senza riguardo per il progresso della scienza.

Niente sembra cambiato. Noi continuiamo a considerare i reperti etruschi solo oggetti da monetizzare mentre dovremmo imparare dagli stranieri la passione e la cura nei confronti di tesori inestimabili, valori che vanno oltre il semplice dato economico.
Molto interessante è la descrizione dei paesaggi e degli abitanti dell’Etruria. Nelle sue peregrinazioni ed escursioni Dennis incontrò spesso personaggi particolari per lui che li osservava con gli occhi di uno straniero, ma assolutamente normali per noi.
Il suo incontro con alcuni pastori della Maremma è la fotografia di un’Italia rurale scomparsa, fatta di gesti semplici, a contatto con una Natura da cui l’uomo dipendeva completamente. Un mondo che possiamo scoprire attraverso gli occhi colmi di stupore dell’esploratore inglese:

Talvolta , durante i miei vagabondaggi, sono entrato, qualche volta per curiosità, qualche volta per riparo da improvvisi diluvi, in una delle capanne sparse per la campagna. Sono a pianta circolare, alte, coniche, costruite con rami di castagno e coperte di ginestre … occorre un certo coraggio per attraversare la barriera di cani, bianchi come agnelli ma grossi e feroci come lupi… un grande fuoco crepitava dentro (la capanna). Era acceso per la ricotta che un pastore stava preparando in un grande caldaio di rame. La ricotta calda è una crema deliziosa e spesso sono entrato in una capanna in cerca di questa delizia, con grande meraviglia dei pecorai per i quali è un alimento povero e trascurabile… Così, in questa capanna maremmana, venticinque uomini, le gambe coperte da grandi cosciali di pelle di capra, i capelli cadenti sulla fronte, facevano rivivere i fauni delle antiche mitologie… Questi sono i sogni dell’Arcadia tradotti in realtà.

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