Sorriso Etrusco
Nel libro di Fernando Capone Parlando degli Etruschi (2013), troviamo un interessante capitolo dedicato al sorriso, espressione comune in molte statue etrusche.
Cos’è quel sorriso che appare sui volti delle statue e dei dipinti degli Etruschi? Un sorriso ironico e furbesco da cui traspare tutta la sicumera di un popolo intraprendente, conscio della propria superiorità, consapevole della propria forza e abilità. È un sorriso che vale più di mille libri scritti, che illumina secoli di buio, che riempie infiniti capitoli di storia rimasti in bianco. […] forse è un messaggio tramandato ai posteri e l’anima di quei grandi si diverte a vederci affannare nella ricerca di qualcosa che non troveremo mai: forse è un invito a lasciar dormire i morti e a non profanare più le loro tombe […] il sarcasmo che da esso traspare è rivolto agli scettici che tentano o hanno tentato di ridimensionarli […]
Sembra proprio così. Gli Etruschi forse sapevano che non avremmo compreso appieno il loro valore, la loro grandissima influenza sulla civiltà occidentale. Che li avremmo relegati in un angolo della Storia, quasi che fossero solo una parentesi insignificante nella lunga storia italica.
Nonostante l’Anno degli Etruschi, lo studio di questo popolo sembra ancora imbalsamato, privo di visione, sordo al richiamo di quelle manifestazioni legate alla natura, al soprannaturale. Tutti aspetti di quella religiosità animista che la nostra cultura materialista insiste a tenerci nascosti.
Forse è questo il significato del sorriso beffardo degli Etruschi, come a sottolineare che l’enigma siamo noi.
L’idea che ogni cosa sia viva e animata, che cose, luoghi, piante e animali abbiano qualità divine e soprannaturali è stata cancellata da secoli di religione organizzata.
Queste espressioni ironiche e beffarde, non riscontrabili, ad esempio, nelle opere greche di quel periodo, aggiungono mistero al Mistero. L’inquietante sorriso degli Sposi del famoso sarcofago di Cerveteri rispecchia la consapevolezza di chi ha capito il mistero della morte; mentre il sorriso dell’Apollo sembra invitarci alla ricerca, allo studio più approfondito di questo popolo che traghettò l’Italia dalla preistoria alla Storia vera e propria.
Ambiguo e invincibile, il sorriso degli Etruschi ci trasmette anche serenità e sicurezza di chi sa già tutto. Purtroppo per noi, la conoscenza fino ad oggi acquisita è inferiore a tutta la conoscenza che abbiamo perduto.
Eppure, continuamente, affiorano dal passato testimonianze che ci inducono a ritenere che la razza umana conosceva molto di più di quello che sappiamo oggi. Nonostante i vincitori abbiano riscritto la Storia e quello che non hanno potuto distruggere lo hanno manipolato, ecco la Nuova Consapevolezza. La nuova consapevolezza che niente è come appare, o come vorrebbero farcela apparire.
Gli Etruschi sorridono mentre osservano il nostro affanno, la nostra incapacità, la nostra mancanza di volontà nel ricostruire gli anelli della catena che ci lega indissolubilmente a loro e alla loro visione del Mondo.
Gli Etruschi si sono ritrovati senza santi protettori, eternamente stranieri, troppo tolleranti, troppo ricchi, troppo pacifici, civili e religiosi per poter sopravvivere. (cit)
Forse troppo rivoluzionari, aggiungiamo noi.
Racconta un’antica leggenda che quando l’essere umano perse interesse per la conoscenza universale e degenerò, gli dèi, riuniti in supremo concilio, decisero di nascondere il Grande Arcano ovvero la conoscenza assoluta, affinché non venisse profanato.
- Nascondiamolo all’interno della terra – disse uno di loro -, perché lì non lo troverà di sicuro.
- No – rispose un altro -; arriverà il giorno in cui l’uomo capirà come penetrare nelle profondità del suolo e lo scoprirebbe e profanerebbe …
- Gettiamolo allora negli abissi del mare – suggerì un altro -; sarà davvero difficile che lì lo venga a scoprire …
- No – rispose il primo -; giorno verrà in cui scoprirà come scendere nelle profondità degli oceani e lo troverebbe …
- Spediamolo, dunque, in cielo – propose l’altro – . Sicuramente lì non lo potrà mai raggiungere.
- Nemmeno lì sarebbe al sicuro – disse il più saggio – perché giungerà il giorno in cui l’uomo riuscirà a penetrare nello spazio. Nascondiamo la conoscenza dentro l’uomo stesso, perché lì, di sicuro, non andrà mai a cercare!
E così fu fatto …
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